Lutto alla Canottieri Giudecca, lutto nel mondo del remo, lutto in città: una subdola malattia si è portata via il 2 Maggio Giovanna Della Toffola, 72 anni compiuti a febbraio, grande protagonista della Regata Storica ma soprattutto grande donna.
Era una forza della natura celata da un fisico normale e da un porsi sereno, gentile, mai polemico, apparentemente timido. Chissà se quando esordì in Regata Storica, nel 1978, le avversarie la giudicarono un pericolo. Erano i tempi eroici della voga femminile: dopo quasi due secoli di assenza e qualche sporadico tentativo di ritorno in regata nella prima metà del Novecento, l’esordio delle donne in Canal Grande era avvenuto solo l’anno prima, e naturalmente avevano vinto le isolane, Margherita Citòn, “Vècia”, e Pina Carrara, sarasmine.
Chi le contava le cittadine? La sorella di Giovanna, Margherita, aveva vogato in quella prima Storica e l’anno dopo, con la cugina Lucia Paoli, Giovanna aveva appunto deciso di imitarla: subito un terzo posto, con una volata finale a tre tra Martina Lucarda e Monica Carli, anche loro cittadine, che la spuntarono sulla “Vècia” e su Pina, che cercavano il bis, e su Lucia e Giovanna che, seconde, si erano fermate prima del traguardo, convinte d’averlo tagliato, finendo per venire infilzate dalla mascareta delle due sarasmine, con “storico” bagno finale in Volta de Canàl.
Ma, anche se verde e bagnata, era la loro prima bandiera e da quel 1978 in poi fu un crescendo rossiniano (mai peggio di terze in decine e decine di regate comunali) coronato da quattro splendide vittorie in Canalazzo nel 1979, 1985, 1986, 1990.
Quando Lucia dette forfait e lasciò l’agonismo, anche Giovanna decise di seguirne l’esempio, rientrando in gara solo dopo qualche anno di inattività in coppia con Silvia Majer e poi con Orietta Bellemo, amiche prima che compagne di voga, chiudendo la carriera nel 1997, ma anche nelle stagioni successive, in un altro ruolo, mostrò quanto il suo carattere apparentemente mite nascondesse invece una determinazione di ferro.
La Canottieri Giudecca, alla quale Giovanna era iscritta fin dal 1983, veniva da un periodo turbolento, era divisa in più anime, non si contavano gli scontri e le polemiche, finché nel 1998 non venne eletta lei presidente: la prima donna chiamata a guidare una società remiera veneziana! In pochi anni, col suo equilibrio, con la sua capacità di mediare senza perdere di vista i suoi obiettivi, col suo spirito di servizio – era la prima ad arrivare in sede e l’ultima ad uscire – portò la “sua” pace e consolidò le basi per quella che oggi è forse la prima società sportiva dilettantistica cittadina, con fior di vogatori alla veneta, una forte squadra di canottaggio, un’attiva scuola di vela al terzo.
Giovanna puntò subito sui giovani, sui bambini, con l’iniziativa “Vogalascuola” che per quasi trent’anni ha messo ai remi, educandoli al rispetto della città e della Laguna, migliaia di studenti delle elementari e delle medie; e puntò subito sulle donne, lanciando fin dal 1999, in collaborazione con la Canottieri Bucintoro, la regata femminile su caorline, che ancora oggi celebra alla veneziana, come meglio non si potrebbe, l’8 marzo.
Da vogatrice, da presidente, da donna, Giovanna sposò subito e sostenne il “Po di donne”, cioè quel gruppo di socie che nel 2011, per celebrare i trent’anni della Canottieri Giudecca, idearono un raid a remi sul Po, tutto al femminile, senza immaginare che poi per tanti anni a venire avrebbero battuto a remi prima le idrovie del Nord Italia, toccando Ferrara, Mantova, Aquileia, Grado, i Colli Euganei, Treviso e il Sile, naturalmente tutta la Laguna, e poi i fiumi della Bretagna, il Tamigi, e attraversando infine l’Adriatico per raggiungere Pirano, in Slovenia, per aiutare un gruppo di donne che cercavano di riportare anche in Istria la pratica antica della voga alla veneta.
Giovanna è stata un’ambasciatrice di vera venezianità, consapevole portabandiera di un modo sostenibile di vivere l’ambiente, ferma e attiva sostenitrice del ruolo delle donne, guadagnandosi tra le compagne il titolo di “President forever”, presidente per sempre, anche dopo aver lasciato per legittima stanchezza la guida della Canottieri Giudecca.
Ma anche dopo i dodici anni di impegno totale, senza risparmio, Giovanna ha continuato a dare il suo sostegno alla società, fin che la malattia non ne ha progressivamente minato il fisico, senza però isolarla, circondata come è stata fino all’ultimo dall’affetto e dalle cure del marito Carlo Maggiolo, già primario di Rianimazione al Civile e all’Angelo, dei figli Marco e Andrea, di Lucia, delle amiche e degli amici che non l’hanno mai lasciata sola, anche quando di fatto se n’era già andata.
Silvio Testa